Sì, viaggiare… ma con i bambini piccoli come si fa?
- Progetto Baby Space
- 23 giu
- Tempo di lettura: 7 min
In aereo oppure on the road, in Italia o all’estero: si può fare, ciò che
conta di più è la voglia di divertirsi insieme. Le cose fondamentali?
Organizzazione e flessibilità. Qui trovate tanti consigli pratici
Prima di diventare mamma e durante la gravidanza ho passato molto tempo a fantasticare e immaginare tutto quello che avrei fatto con il mio piccolino, viaggi compresi. Mi vedevo seduta in auto con lui percorrere il rettilineo dell’autostrada diretti verso qualche spiaggia italiana, oppure zaino in spalla e lui nel marsupio camminare lungo uno dei tanti sentieri d’alta quota che fino a un paio di anni fa erano la meta prediletta delle gite domenicali con mio marito. La realtà nei primi mesi di vita di Aldo è stata ben diversa: quasi non uscivo di casa, figurarsi progettare un’escursione o una vacanza! Per carità, alla fine siamo stati sia al mare che in montagna, con lui che aveva più o meno 9 mesi. Ma in generale lo stato d’animo che mi pervadeva quando si palesava l’occasione di una gita fuori porta o di un’uscita un po’ più impegnativa del solito parco giochi era… panico! Oddio, come lo vesto? E l’altitudine? Le zecche? Il viaggio non sarà troppo lungo? E se poi non dorme? È più ergonomico il marsupio o la fascia? Lo zaino porta bimbo da trekking a partire da quanti mesi si può usare? Attanagliata dai dubbi, il più delle volte preferivo rinunciare.
E non vi dico le discussioni con mio marito… Poi venivo a sapere di amici e conoscenti che addirittura facevano viaggi in aereo con neonati di pochi mesi e mi rendevo conto che molto probabilmente stavo sbagliando io qualcosa nell’approccio.
Con il tempo e l’esperienza ho imparato molte cose: in primis, a lasciarmi andare. È giusto informarsi, porsi domande e anche limiti, ma la perfezione non esiste. La seconda cosa fondamentale per me è stata poi realizzare che andare in vacanza con un bimbo piccolo non corrisponde minimamente alle ferie che si facevano prima di diventare genitori. Per capirci, non ci si riposa, ecco. E bisogna mettere in conto le esigenze e i bisogni di una persona in più, che ha ritmi diversi dai nostri. Servono organizzazione e al tempo stesso flessibilità: io la chiamo capacità di ricalcolo. Se, ad esempio, abbiamo programmato di passare la giornata visitando l’intera area archeologica di Pompei, ma quel giorno il piccolo non vuol saperne di dormire nel passeggino, mettiamo in conto di rientrare prima alla base (appartamento, camping, albergo) e dedicarci ad attività rilassanti. Eviteremo stress inutili a tutti: al bambino, a noi e agli altri visitatori.
Viaggiare con i bambini: un’esperienza, non un limite
Se anche voi, come me nei primi tempi, avete dubbi e paure sul viaggiare con i bambini
piccoli, vi consiglio di rivedere la diretta di Progetto Baby Space in cui erano ospiti Marika e Diego, due genitori che con il progetto www.gate309.com offrono consigli pratici e informazioni utili alle famiglie che non vogliono rinunciare a viaggiare con i loro bambini. Ascoltare le loro parole è stata per me una conferma, ma anche un’occasione per imparare cose nuove. A partire dalla considerazione che diventare genitori cambia la vita, e questo è un dato di fatto, ma ciò non vuol dire che si debba rinunciare a fare le cose che ci piacevano prima, tra cui anche viaggiare. Al contrario, fare un viaggio con tutta la famiglia dovrebbe essere vissuto come un arricchimento, non come un ostacolo. Come spiegavo poco sopra, quando in famiglia ci sono dei bambini il modo di viaggiare cambia, certo, ma non per forza in peggio. Si deve modificare il ritmo, aumentare la flessibilità, imparare a bilanciare meglio i bisogni di tutti. Indipendentemente dall’età del bambino, il viaggio deve essere un’occasione per crescere insieme, esplorare, vivere nuove esperienze, non un peso da sopportare. Viaggiamo con loro, non per loro, non dimentichiamolo. La verità è che anche restare a casa con un bambino può essere stancante: la differenza è che, in viaggio, si ha la possibilità di spezzare la routine, vivere esperienze ed emozioni che poi ci si porta dietro per tutta la vita, sotto forma di ricordi bellissimi. La paura di “uscire dalla comfort zone” o di affrontare imprevisti (“e se si ammala?”, “e se non mangia?”, “e se piange?”) spesso blocca le famiglie. Ma sono le stesse dinamiche che accadono anche a casa e con qualche accortezza, si possono affrontare ovunque.

In Italia c’è ancora molto da fare
Marika e Diego hanno sottolineato poi un aspetto interessante: la nostra cultura non aiuta a normalizzare questa visione. A differenza del Nord Europa, dove viaggiare con i bambini è la norma, da noi persistono tabù e pregiudizi, oltre che oggettive difficoltà. Se parliamo di cultura dell’accoglienza, l’Italia occupa senza dubbio il podio della classifica, ma se scendiamo nel dettaglio e andiamo ad analizzare i servizi dal punto di vista delle famiglie con bambini, di colpo il quadro generale cambia completamente. La prova è la scarsità di servizio di prima necessità, oserei dire, come la presenza di aree attrezzate con fasciatoio per il cambio del pannolino e di aree tranquille e appartate per l’allattamento: come ha dimostrato anche la grande ricerca di Alessandra con Progetto baby Space, troppi locali ancora non sono attrezzati. Spesso si dà per scontato che i genitori debbano “adattarsi”.
Ma il fasciatoio non è un lusso, è un segno di civiltà, un gesto concreto di rispetto verso le famiglie. Dovrebbe essere obbligatorio. Un semplice fasciatoio o una poltrona accogliente per sedersi ad allattare possono cambiare in meglio la giornata di una mamma o di un papà. O, più in grande, possono fare in modo che le famiglie non debbano rinunciare un’esperienza fuori casa.

Parità genitoriale: fondamentale anche in viaggio
Un concetto davvero interessante che è emerso dalle parole di Diego e Marika è quello della parità genitoriale: essere in due ad occuparsi del bambino significa condividere il carico, questo vale sia a casa che in viaggio. Anche su questo aspetto c’è ancora molto da fare, se pensiamo che il lavoro di cura di neonati e bai piccoli ricade ancora per la maggior parte sulle spalle di chi è donna e mamma.
Organizzazione pratica: consigli per viaggiare sicuri con bambini piccoli
Al di là delle considerazioni culturali e sociali, comunque, ascoltare quello che avevano da dire Marika e Diego è stato utile soprattutto per la mole di consigli pratici che hanno fornito. Consigli che vengono dall’esperienza diretta di chi viaggia con i bambini piccoli. Ne condivido con voi alcuni tra i più interessanti.
Assicurazione di viaggio: va fatta sempre, anche in Europa. Alcune coprono l’assistenza linguistica o medica e sono un investimento fondamentale. Metti caso che il piccolo si ammali due giorni prima e non si possa partire… alzi la mano chi non si è mai trovato in questa situazione.
Snack sempre a portata di mano: per code, attese, fame improvvisa.
Una luce da notte: gli hotel spesso hanno luci troppo forti o assenti.
Marsupio ergonomico: irrinunciabile per passeggiate, trekking e bambini stanchi. Meglio evitare zaini da trekking non certificati: causano mal di schiena. Una consulenza babywearing in questo caso può fare la differenza.
Tempo e spazi a misura di bambino: bilanciare attività per adulti e momenti di gioco (parchi, aree baby) rende il viaggio più piacevole per tutti.

Passeggino, ovetto e viaggio in aereo
Un paragrafo a parte merita il tema dei viaggi in aereo. Per i bambini sotto i due anni non è previsto un posto a sedere: devono viaggiare in braccio all’adulto, allacciati con un’apposita cintura di sicurezza. Per maggiore comodità, è possibile acquistare un posto in più, ma va comunque tenuto presente che i bambini così piccoli non possono viaggiare da soli seduti.
In alternativa, è possibile utilizzare un ovetto auto o un seggiolino omologato, ma attenzione: solo alcune marche e tipologie sono compatibili con le disposizioni delle compagnie aeree, quindi è sempre bene informarsi prima.
Se si sceglie il noleggio di seggiolino o ovetto, è importante sapere che spesso non è garantita la condizione dei dispositivi e che l’installazione va fatta in autonomia: un dettaglio non da poco quando si arriva stanchi o si è in un Paese straniero.
Per quanto riguarda il passeggino, è generalmente possibile portarlo fino al gate e imbarcarlo gratuitamente. Tuttavia, se finisce in stiva può essere maneggiato con poca cura: è consigliabile usare una sacca protettiva.
Alcuni aeroporti mettono a disposizione passeggini gratuiti per gli spostamenti interni, utilissimi soprattutto in caso di coincidenze lunghe. Esistono anche passeggini ultracompatti, come il modello YOYO, progettato per entrare nella cappelliera e quindi essere portato direttamente a bordo: una soluzione perfetta per chi viaggia spesso.
Mangiare in viaggio
Questo è un tema su cui io personalmente mi ponevo e mi pongo tantissimi dubbi. Come
fare a garantire un’alimentazione bilanciata ai bambini in viaggio? La risposta che col tempo mi sono data è: relax. Nel senso che siamo in vacanza, gli strappi alla regola non compromettono né la salute né le buone abitudini acquisite a tavola. Non saranno un sugo un po’ più salato del solito, o un gelato di troppo a fare male. E poi, come confermano anche Diego e Marika, un bambino può mangiare sano anche in viaggio, come farebbe a casa. Basta evitare cibi piccanti, fare molta attenzione a frutta e verdura cruda e assicurarsi che le pietanze siano ben cotte e il latte pastorizzato.
Luoghi più family-friendly al mondo
Con la loro bambina, Diego e Marika hanno viaggiato tantissimo in tutto il mondo.
Chiudiamo quindi con una curiosità, quali sono secondo loro le destinazioni più family friendly al mondo e i motivi.
Corea del Sud: per la nursery in metropolitana, per gli spazi pensati davvero per le
famiglie che si trovano dovunque
Giappone: per l’organizzazione rigorosa e il rispetto per le esigenze di tutti.
Scozia: per i grandi e bellissimi parchi presenti ovunque, per i ristoranti accessibili, per i musei interattivi.
In questi Paesi, dicono, da genitore ti senti supportato, non invisibile. E per finire, qual è il loro luogo del cuore? Senza dubbio Bangkok, hanno risposto: per l’energia, i colori, e un’accoglienza che sorprende.
P.S.: I ragazzi di @gate309 hanno voluto regalarci alcuni dei loro scatti iconici, per farci viaggiare un po' con i loro occhi.

🎒 Alla libertà di viaggiare con i bambini è stata dedicata anche la diretta di giugno di Progetto Baby Space, insieme a Marika e Diego di @gate309, genitori viaggiatori e family travel creators ✈️
Abbiamo parlato di:🚼 come cambia il viaggio con un figlio🎒 consigli pratici per famiglie in movimento🗺️ nuove rotte e
visioni per viaggiare con più consapevolezza
💡 A questo link potete riguardare la diretta, un confronto autentico e ricco di spunti per tutte le famiglie che sognano di partire… o di farlo con più leggerezza 💛
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